HORÆHOURS
Il Progetto HORÆHOURS
Cosa sono i Libri d'Ore
Scopi del progetto
Quando nasce il progetto?
Segnalazioni e denunce
Campagna diffamatoria
I Libri d'Ore, vademecum all'ufficio divino quotidiano dei laici di tutt'Europa, che se ne servivano per la propria devozione privata senza il tramite di un esponente della Chiesa, sono stati prodotti in gran quantità, tra la fine del XIII secolo, sino alla loro messa al bando nel 1571 per volere di Pio V.
Da oltre un secolo, in virtù del loro folto numero e della ricchezza della loro fattura, sono la tipologia libraria più soggetta ad atti di biblioclastia.
Tanto manoscritti (riccamente miniati e decorati, spesso un simbolo dello status sociale dei proprietari, che ne possedevano più di uno), quanto a stampa (inizialmente su pergamena, colorati a mano, poi su carta, in pregiate edizioni parigine o veneziane), ogni anno, almeno un centinaio di Libri d'Ore vengono distrutti per sempre. Disiecta membra sparse in tutto il mondo, sia in collezioni pubbliche, sia private.
Il progetto HORÆHOURS, ribattezzato come l'omonima collana della casa editrice Receptio Academic Press, si prefigge due scopi:
1. inserendosi nell'ambito della più ampia ricerca dal titolo Biblioclastia e ricostruzione digitale, prevede l'allestimento di edizioni filologicamente curate dei codici digitalmente recuperati dai team del Research centre for European Philological Tradition.
2. Seguendo il mercato, spesso sommerso e clandestino, dei LdO integri, che vengono smembrati e i cui fogli sono reimmessi in circolazione da mercanti d'arte, gallerie antiquarie e case d'asta, che si avvalgono della consulenza di esperti non sempre disinteressati, il progetto si prefigge di tenere traccia delle vendite di un gran numero di fogli sparsi escissi da LdO, attraverso un'apposita Banca Dati.
Il progetto è nato nel 2003, come raccolta privata della sua ideatrice, Carla Rossi, e ha visto prendere sempre più corpo a mano a mano che la comunità scientifica segnalava in vario modo il problema della biblioclastia a cui soprattutto i LdO manoscritti sono soggetti (si veda, a mero titolo di esempio: https://archivalia.hypotheses.org/28491)
Nel 2006, nella discussione animata da Jean-Luc Deuffic, tra i maggiori esperti di manoscritti medievali e rinascimentali francesi, su Pecia.fr, Carla Rossi tentava di lanciare l'idea di un'associazioni di studiosi che insieme recuperassero digitalmente i LdO smembrati e si costituissero parte civile nella denuncia di quei mercanti biblioclasti responsabili della distruzione di opere uniche del patrimonio culturale europeo.
L'idea di iniziare a riassemblare digitalmente i manoscritti i cui fogli sino ad allora venivano pazientemente raccolti nel DataBase prende corpo qualche anno più tardi, dopo che Rossi mette a punto un metodo filologico per riuscire a riordinare il materiale digitale raccolto.
Dopo anni di paziente lavoro, grazie anche al sostegno di un team di ricerca e a colleghi del centro Receptio, la Prof.ssa Lucinia Speciale in primis, Carla Rossi inizia a rendere pubbliche alcune sue ricostruzioni digitali e trova il coraggio di segnalare al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale le modalità secondo le quali i biblioclasti operano in tutto il mondo.
Per comprendere meglio a chi si rivolge un simile mercato (se c'è un'offerta, c'è sempre una domanda), attraverso questo stesso sito si sono simulate alcune vendite di fogli sciolti.
Link ad alcune ricostruzioni digitali:
https://www.receptioacademic.press/brooklynhours
https://www.receptioacademic.press/deponthieuhours
https://www.receptioacademic.press/madruzzohours
https://www.receptioacademic.press/corneliavanwulfschkercke
https://www.receptioacademic.press/whitneyhours
https://www.receptioacademic.press/deroucyboh
Link ad alcuni articoli di denuncia:
- https://www.receptioacademic.press/vol6nr1
A soli due giorni dall'ultimo articolo di denuncia su AboutArt, Carla Rossi e l'intero centro di ricerca Receptio vengono diffamati da un blogger e da una echo chamber a lui riconducibile. Chiunque analizzi il metodo di lavoro alla base delle ricostruzioni di Rossi e soprattutto si prenda il tempo di capire come è avvenuta la sua ricostruzione del LdO de Roucy, comprenderà che la studiosa, impegnata da trent'anni nella lotta alla biblioclastia, attraverso vari studi e pubblicazioni, non è debitrice di nulla a colui che la accusa di avere "plagiato" una sterile e incompleta lista di miniature in un blog. La campagna diffamatoria si basa su prove costruite ad arte di presunti plagi di Carla Rossi, nota alla comunità scientifica da molti lustri per avere emesso, al contrario di quanto gli haters affermano, ipotesi estremamente originali (come quella edita in più studi, relativa all'identificazione storica di Marie de France, per le Editions Garnier, o la decrittazione di sonetti quali i Salterelli del Bronzino, per la Salerno Editrice, gli studi sul ms Royal 16 e VIII, editi sempre per Salerno, il recupero della folta produzione di Antonio Cammelli detto il Pistoia, per le Edizioni dell'Orso) e per avere svolto pazienti ricerche archivistiche grazie alle quali materiale inedito è stato offerto spesso in libera consultazione a colleghi e studenti (come quello relativo all'umanista John Florio, al manoscritto Vitt.Em.9, della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma). L'elenco delle novità apportate dalla studiosa in vari ambiti filologici è lungo ed è certo singolare che le accuse da parte di non addetti ai lavori, specie pseudo-giornalisti, che credono di potersi sostituire a quelle commissioni accademiche cha hanno riconosciuto negli anni il valore dei lavori della studiosa, giungano a pochi giorni dalla denuncia, con nomi e cognomi dei responsabili degli scempi perpetrati sui manoscritti.
(Testo a cura del Research Centre for European Philological Tradition)
